31/10/11

Quando la gente si lascia, decide che non ha amato.
Ma io non lo sapevo le mattine in cui nell'aria c'era solo il tuo respiro che sapeva di un baccanale finito troppo presto, e aprivo le finestre perchè non faceva ancora freddo e rovesciavamo il posacenere sul pavimento della mia camera. Piccoli tumori ai polmoni che rimanevano sul mio tappeto per giorni, fino a quando tu non ti decidevi che era ora di farla finita. Non lo sapevo quando ti masturbavi di notte, di nascosto da me, al mio fianco. Come se fossi a km di distanza, gamba contro gamba. Ti masturbavi forte come solo tu eri, poi piano e debole come il mio corpo assopito e poi di nuovo forte mentre mandavi a morire spermatozoi e mi toccavi la spalla, come per tenerti, come se dovessi scomparire lì per lì. Non lo sapevo mentre ti masturbavi davanti a me e ti arrabbiavi se bestemmiavo ed eri nella tua grotta, chiedendoti dove fosse la Vergine. Anzi, lo sapevi, ero io che non dovevo saperlo. Non lo sapevo mentre mi sentivo svanire e stringevo pugni e occhi nel tentativo di aggrapparmi a un minuto a caso pregando di ritrovarmi ancora lì, alla fine del viaggio. Non lo sapevo mentre ti drogavi e io piangevo di spalle, contando fino a mille, come la conta delle teste di bambini sulla piazza di Erode. E il tuo fumo si fermava nei miei capelli che andavo a lavare e mi prendevi da dietro e mandavi a morire spermatozoi nel mio culo, ma non lo sapevo che le persone decidono di non aver amato e scrivevo sullo specchio, goccioline di sudore di un amore duro. Duro come il tuo cazzo. Sempre. Non lo sapevo quando mi hai detto è finita, e poi te l'ho detto io, e poi tu e poi mi hai riportato le mie cose e abbiamo fatto l'amore e ti ho pianto addosso. Non lo sapevo mentre mandavi a puttane la tua vita e io cercavo di salvarti, automobile fuori controllo che non puoi salvare qualcuno che non vuole essere salvato. Stavi bene nella tua merda e io stavo bene affianco a te. Sotto le coperte. Angolo di Svezia. Non lo sapevo quando ci smezzavamo il pollo e ne veniva pochissimo e andava bene per il mio stomaco ormai chiuso da disordini, che si sarebbero palesati poi, e l'amore. Tu mangiavi tanto, ma poco perchè c'ero io da tener sott'occhio. Non lo sapevo mentre mi picchiavi e io ti accarezzavo il petto. Non lo sapevo mentre mi raccontavi bugie, che in verità non avevi un tesoro, non sapevi fare tutti gli origami del mondo e non avevi vissuto mille vite, prima di questa, come un gatto incastrato in reincarnazioni eterne.
Non sapevo di quanto potesse essere spietata la volontà e mi mentivi.
Sempre.

02/10/11

Il primo tiro è perchè sa di un profumo.
Il secondo è perchè mi da un po' alla testa e tutto passa in secondo piano e non penso alle scarpe che fanno male. A te. Alla scuola.
Il terzo è cancro ai polmoni.
Il quarto è un profumo che si avvicina a te.
Gli altri non lo so.

Tu sai quanti tiri ci sono in una centos?
Che poi le Marlboro rosse centos erano il premio dopo il mercatino della domenica.
Sigarette industrial per uno che ha studiato industrial design.