13/12/11

Ora vorrei solo fumare un pacchetto intero di sigarette non riuscire più a respirare svenire e sognare di qualcuno che felice cerca di fare il cielo mentre io triste guardo sfottendolo e incomincio a fumare un altro pacchetto di sigarette.

10/11/11

Sono Hiroshima, il 6 agosto 1945 alle 8:18

06/11/11

Vedere il lato bello, accontentarsi del momento migliore, fidarsi di quest’abbraccio e non chiedere altro perchè la sua vita è solo sua e per quanto tu voglia, per quanto ti faccia impazzire non gliela cambierai in tuo favore. Fidarsi del suo abbraccio, della sua pelle contro la tua, questo ti deve essere sufficiente, lo vedrai andare via tante altre volte e poi una volta sarà l’ultima, ma tu dici, stasera, adesso, non è già l’ultima volta? Vedere il lato bello, accontentarsi del momento migliore, fidarsi di quando ti cerca in mezzo alla folla, fidarsi del suo addio, avere più fiducia nel tuo amore che non gli cambierà la vita, ma che non dannerà la tua perchè se tu lo ami, e se soffri e se vai fuori di testa questi sono problemi solo tuoi; fidarsi dei suoi baci, della sua pelle quando sta con la tua pelle, l’amore è niente di più, sei tu che confondi l’amore con la vita.

31/10/11

Quando la gente si lascia, decide che non ha amato.
Ma io non lo sapevo le mattine in cui nell'aria c'era solo il tuo respiro che sapeva di un baccanale finito troppo presto, e aprivo le finestre perchè non faceva ancora freddo e rovesciavamo il posacenere sul pavimento della mia camera. Piccoli tumori ai polmoni che rimanevano sul mio tappeto per giorni, fino a quando tu non ti decidevi che era ora di farla finita. Non lo sapevo quando ti masturbavi di notte, di nascosto da me, al mio fianco. Come se fossi a km di distanza, gamba contro gamba. Ti masturbavi forte come solo tu eri, poi piano e debole come il mio corpo assopito e poi di nuovo forte mentre mandavi a morire spermatozoi e mi toccavi la spalla, come per tenerti, come se dovessi scomparire lì per lì. Non lo sapevo mentre ti masturbavi davanti a me e ti arrabbiavi se bestemmiavo ed eri nella tua grotta, chiedendoti dove fosse la Vergine. Anzi, lo sapevi, ero io che non dovevo saperlo. Non lo sapevo mentre mi sentivo svanire e stringevo pugni e occhi nel tentativo di aggrapparmi a un minuto a caso pregando di ritrovarmi ancora lì, alla fine del viaggio. Non lo sapevo mentre ti drogavi e io piangevo di spalle, contando fino a mille, come la conta delle teste di bambini sulla piazza di Erode. E il tuo fumo si fermava nei miei capelli che andavo a lavare e mi prendevi da dietro e mandavi a morire spermatozoi nel mio culo, ma non lo sapevo che le persone decidono di non aver amato e scrivevo sullo specchio, goccioline di sudore di un amore duro. Duro come il tuo cazzo. Sempre. Non lo sapevo quando mi hai detto è finita, e poi te l'ho detto io, e poi tu e poi mi hai riportato le mie cose e abbiamo fatto l'amore e ti ho pianto addosso. Non lo sapevo mentre mandavi a puttane la tua vita e io cercavo di salvarti, automobile fuori controllo che non puoi salvare qualcuno che non vuole essere salvato. Stavi bene nella tua merda e io stavo bene affianco a te. Sotto le coperte. Angolo di Svezia. Non lo sapevo quando ci smezzavamo il pollo e ne veniva pochissimo e andava bene per il mio stomaco ormai chiuso da disordini, che si sarebbero palesati poi, e l'amore. Tu mangiavi tanto, ma poco perchè c'ero io da tener sott'occhio. Non lo sapevo mentre mi picchiavi e io ti accarezzavo il petto. Non lo sapevo mentre mi raccontavi bugie, che in verità non avevi un tesoro, non sapevi fare tutti gli origami del mondo e non avevi vissuto mille vite, prima di questa, come un gatto incastrato in reincarnazioni eterne.
Non sapevo di quanto potesse essere spietata la volontà e mi mentivi.
Sempre.

02/10/11

Il primo tiro è perchè sa di un profumo.
Il secondo è perchè mi da un po' alla testa e tutto passa in secondo piano e non penso alle scarpe che fanno male. A te. Alla scuola.
Il terzo è cancro ai polmoni.
Il quarto è un profumo che si avvicina a te.
Gli altri non lo so.

Tu sai quanti tiri ci sono in una centos?
Che poi le Marlboro rosse centos erano il premio dopo il mercatino della domenica.
Sigarette industrial per uno che ha studiato industrial design.

02/09/11

Stamattina mi sono svegliato, dopo sogni inadeguati, mi sono messo davanti allo specchio con un'erezione mattutina e ho pensato ad alta voce: "Ti avevo detto che non volevo più parlare di lui".

29/08/11

Tutte le storie sono storie d'amore.

Quando eri giovane e pazzo e non avevi voglia di allacciarti le scarpe né di pulirti il naso col fazzoletto e allora lasciavi una scia di moccio lungo la manica della felpa che col freddo si cementificava e sembrava bava di lumaca, sembravi un re. Sembravi un re senza la corona il giorno dei tuoi ventitré anni, con i capelli cortissimi e la criniera lasciata dal barbiere, il mantello dimenticato a casa, il preservativo bucato, le mani - anche. Eri povero, pazzo e fatto e a camminare eri il più svelto, io t’ho incontrato lì, al mercatino del pesce quel giorno che avevano finito le ostriche e vendevano solo squali, in mezzo alle pinne ci siamo sorrisi, eravamo come quei mammiferi giganteschi che non sono nè pesci nè animali. Mi sembra che anche nei ricordi ci sia del sangue, mi sembra che anche i fiori ogni tanto abbiano lacrime, ogni tanto mi sembra che tu e io siamo due cani e giochiamo ad accoppiarci nei vicoli, per dimenticare le giornate passate senza nulla da dirci, riempendole con la volontà delle squadre e dei righelli per misurarci i genitali e per raddrizzare i sogni. Mi sembra che ogni tanto anche gli ascensori abbiano voglia di urlare, quando le vecchiette d’estate non li sfiniscono più con la spesa e i ragazzi crescono diventando eroi hip-hop in divisa.

Mi sembra sempre di essere un passettino fuori, dai tuoi ricordi
sempre un passettino fuori, dai tuoi sogni
sempre fuori, dalle cose di cui parli
sempre trascurabile, alla fine
sempre sul tappetino dell’ingresso, in verità
sempre estraneo dalle persone di cui parli
sempre dall’altra parte della strada
sempre in ritardo
sempre.

19/08/11

x

- Ma se poi ti dovesse dire che lui tornerebbe?
-che magari non è neanche vero- Non credi sarebbe peggio?
Forse mi metterei l'anima in pace e nell'attesa dimenticherei che m'importi. Alla fine l'altro giorno ci pensavo, ho strane paranoie io, e credo di essere uno di quelli che aspetta sempre qualcosa: il giorno dopo per cambiarmi d'outfit o aspetto il Natale quando siamo a Ferragosto e aspetto per promesse che nessuno ha mai espressamente detto. Però io le ho e aspetto. Uno, una volta, mi ha regalato un sasso tondo, perfetto, trovato nel nulla e mi ha detto di conservarlo, è ancora dentro al mio ciondolo. So che significa qualcosa, quando capirà, e ho visto K da vecchio o per lo meno con i capelli tutti bianchi sui lati. Sarà stato il sonno o il sole o chissà, ma so che quando arriverò a quel momento potrò smettere di aspettare.
E smetterò di avere 19 anni, perchè avrò 19 anni fino a quando non tornerai.

31/07/11

Vedi come ogni volta, sempre, il passato resiste al futuro,conia incredibili compromessi senza il minimo senso del ridicolo, si mortifica perdutamente pur di continuare a possedere il presente, anche a tempo scaduto, ostinato e ottuso.

Alessandro Baricco - Castelli di rabbia
Perchè quando tua madre torna dopo un w.e. lontana da casa per scelta sua, dopo una settimana che tu te ne sei stato a Parigi, dopo 2 giorni che non ti vede e ti chiede: "Ti son mancata?" Questo è l'unico dialogo che puoi avere durante tutta la cena:
- Immagino che anche io ti sia mancato.
- Tu mi manchi sempre.
- Tu e Chinellato avete due concezioni identiche e distorte di mancanza e tidimostrocheatecitengo.
- C'è stato un momento, in quella stanza, in cui tutto è stato perfetto.
- Un momento appunto
- Alla lunga avrebbe stancato anche il ricordo, no?

05/06/11



Ti sto aspettando.