07/12/12

Ci pensi mai al destino?
Sono dentro ad una di quelle palline con la neve e la gente dice che è Dicembre.
Sei stato l'estate fredda del mio cuore, fredda come l'acciaio sulla pelle, quando lo poggi e spingi e poi c'è il calore del rosso. Sei stato l'estate che odio con tutte le forze. L'estate di noi che scopavamo sudando, ma eravamo giovani e innamorati, così diceva la gente. E mi si rompevano le acque dopo il tuo amore. C'è stata quella volta che mi hai mandato un cuore grande qualche metro con dentro un alfabeto imperfetto, come me. Come noi. Erano 56 pixel vuoti, come me all'epoca. Ed oggi ci pensavo sorridendo. Sorridevo all'idea perché sono dentro ad una bolla. Il destino è uno stronzo, come una prostituta malata che ti ha perdonato. Ti ho perdonato perché quell'estate sono morto un po'. Si muore un po' alla volta, dicono. E tutto continuava, senza che io gli dessi il permesso. Poi un giorno ho dato il permesso alle cose di continuare e piano piano è stato tutto più caldo, come tra le mie cosce, qualche notte. Ti ho perdonato e l'ho capito perché hai una nuova intimità e io tanti posti in cui fuggire, nella testa. Eri un re sgangherato e non sapevi gestire il tuo regno.
Un giorno mi perdonerai anche tu, quando la tua mononucleosi passerà.
E sarà Dicembre.
Ancora.

Nessun commento:

Posta un commento